Una grave mancanza a cui non ho posto rimedio nei quasi due anni di vista di questo blog (primo post 16 novembre 2007) , superata la soglia dei 100 post e con oltre 52000 visite reali, è quella di dedicare qualche riga alla sede che tanto generosamente ci ospita: La Fortezza delle Scienze.
Dopo la morte del dottor Kenzo Kabuto, ne abbiamo preso le redini, omaggiando così il genere robotico che proprio negli anni '80, epoca in cui questo blog vive, è esploso qui in Italia rappresentandone quindi un vero e proprio fenomeno.
Ma perché proprio la Fortezza delle Scienze e non il centro di ricerche fotoatomiche o il centro di ricerche spaziali o la base antiatomica?
Perché prima di tutto Il Grande Mazinga, non mi stancherò mai di ribadirlo, è il mio robottone preferito e Tetsuya è un Omm'e Sfaccimm di come se ne sono visti pochi in tutta la storia dell'animazione. E non solo perché andava a combattere anche se era in coma.
In secondo luogo perché il termine "Fortezza" da l'idea di un posto inespugnabile che custodisce e protegge qualcosa: quel qualcosa sono le emozioni legate al ricordo di quegli anni, le nostre nostalgie. La fortezza è dotata di confini, di mura che dovevano demarcare uno spazio che all'inizio doveva essere tutto mio (la mia creatura, dicevo) ma che poi ho volentieri e di mia iniziativa condiviso con i subentrati validissimi soci che hanno apportato nuova linfa e nuove idee e, senza i quali, il blog avrebbe vissuto lunghi periodi di abbandono dovuti agli impegni che un po' tutti abbiamo. Ora è il nostro spazio.
"Delle Scienze" contribuisce all'idea di un blog complessivamente ironico. Ironicamente, mi definisco un "pozzo di scienza" per la conoscenza spinta, quasi enciclopedica, dei cartoni e degli anni 80 in generale, merito una buona memoria a lungo termine che mi consente di conservare per sempre - ammesso l'Alzheimer mi risparmi - nomi, fatti, sigle.
Inoltre, La Fortezza delle Scienze rende bene l'approccio laboratoriale che qui abbiamo assunto, non limitandoci alla passiva recensione del recensibile, ma andando a caccia di notizie, di attività (di terzi) che oggi vengono portate avanti per omaggiare gli oggetti della nostra nostaglia. E' per questo che qui hanno trovato spazio i lungometraggi e le serie che ancora oggi vengono realizzati sui nostri eroi, o l'ufo robot project, e attualissime fiere del fumetto e dell'animazione, i gadget disponibili sul mercato. Uno sguardo indietro e uno sguardo al presente. Con il rimpianto per i personaggi che ci lasciano come hanno fatto i doppiatori di Lupin e Zenigada, del sig. Aiazzone, Mike Francis.
P.S. Il gruppo La Fortezza delle Scienze è presente su Facebook.
La fortezza
La Fortezza delle Scienze è dotata di una serie di armi ipertecnologiche per difendersi dagli attacchi dell'armata dell'Imperatore delle Tenebre.
Partendo dalla Fortezza delle Scienze, Teztuya a bordo del Brian Condor, attraverso un percorso più che tortuoso, si aggancia alla testa del Grande Mazinga che viene fuori dalle acque vorticose circostanti la fortezza (spinto da rampa di lancio subacquea).
Anche la Regina delle Stelle parte della fortezza, per agganciarsi al robot Venus nascosto tra le montagne. La Fortezza può creare attorno a sè una barriera cristallina molto resistente.
Interrogativi sulla Fortezza.
La Fortezza delle Scienze apre mille interrogativi a cui cerchiamo di dare una risposta. Si accettano altre interpretazioni e possibili spiegazioni.
Perché quando deve essere evacuata, gli scienziati, con tutta la tecnologia a disposizione, non utilizzano delle navicelle anziché i barconi della speranza?
Perché avevano terminato il budget a disposizione e restavano i soldi solo per i canotti.
Come fanno le pareti della fortezza a passare dallo stato di semidistruzione a perfettamente riparate nel corso della stessa puntata?
La fortezza in realtà è un essere mutante con il potere dell'autorigenerazione. Il dottor Kabuto gli ha iniettato il siero estratto dalla coda della lucertola.
E' possibile che i robot riparino la fortezza e la raddrizzino tirando delle funi?
A quanto pare sì. Vedere la serie per credere.
Quale è la necessita degli agganciamenti? Robot e cabina di pilotaggio non potrebbero essere un tutt'uno?
Sì potrebbero ma non farebbe scena.
Come fa Shiro a non capire di essere figlio di Kenzo Kabuto visto che fa di cognome Kabuto?
Il cognome Kabuto in Giappone è come Rossi in Italia.
Photo Credits: La fortezza delle scienze: http://raggiogamma.altervista.org; dr. Kabuto http://www.encirobot.com
16 commenti:
Post decisamente NECESSARIO. Se vogliamo quasi una celebrativa re-introduzione al blog, che chiarisce suggestioni ed obiettivi a partire dal suo stesso altisonante nome.
Adesso tutto è più chiaro e "denso" persino per me che, nonostante sia un collaboratore a tutti gli effetti, ignoro quasi completamente gli anime dei robottoni ed il mito di Mazinga (eccezion fatta per la retorica e l'ironia legate al filone in questione).
A differenza tua, cara socia, io purtroppo non ho una memoria fotografica e tendo a confondere i ricordi più remoti... La mia fortuna è che ho ben chiaro il quadro complessivo del ricco olimpo animato (e non) che ha caratterizzato il periodo cui è dedicata la Fortezza. Oltre, ovviamente, a ricordare bene almeno i cartoni, film e fumetti della mia "formazione" :)
Che dire allora?
Altri 100 di questi post!
E altre 52000 di queste visite!
E lunga vita ai ricordi e alla magia della Fortezza!!!
:D
Salve a tutti! Non visito il vostro blog da un poco, ( impegni vari e problemi di connessione ) ma ogni volta che torno trovo un nuovo indizio per tuffarmi nel mio passato.
Confesso che torno per questo. Mi ricordo del Grande Mazinga, anche se a quel tempo io preferivo Goldrake, ma seguivo anche le avventure di Tetsuya e di tutti quelli della Fortezza delle Scienze.
La Fortezza era bellissima, con la sua barriera cristallina e anche con la parte superiore che si alzava a suo piacimento per lasciar uscire il super razzo per far volare Venus. Certo non da subito, prima di costruire il super razzo la povera Venus ha dovuto patire non poco, ma alla fine sono riusciti a far volare anche lei.
Mi ricordo anche di Boss, Nuke e Mucha, erano dei veri impiastri ma a volte molto utili.
Il Dottor Kabuto era un grande, Shiro un piantagrane, lo odiavo quel bambino!
Jun a volte la adoravo altre volte avrei tanto voluto ucciderla.
Quanto tempo, quanti ricordi e quanta nostalgia.
Siete brave/i a farmi tornare indietro nel tempo, complimenti per il vostro bellissimo blog, ricordo di avervi già fatto i miei complimenti, ma ogni volta che torno e trovo una nuova notizia per far riaffiorare i miei ricordi passati non posso fare a meno di complimentarmi con voi per l'ottimo lavoro.
Complimenti anche al nuovo collaboratore.
Continuate così che andate forti!
Tanti saluti da Massimo Spada.
@ Massimo Spada
Le tue parole sono un bel riconoscimento per questo blog. Grrazie davvero.:-)
P.S. Anche io odiavo Shiro.
Invece mi piaceva molto il personaggio di Jun. Più di Sayaka e altre presenze femminili di Go Nagai, la cui moglie si chiama proprio Jun.
Mi associo volentieri ai complimenti di Massimo Spada.
Un pò di tempo fa sono incappato in questo splendido Blog per caso cercando notizie sulle "Mele Verdi" e da allora ogni tanto torno con piacere per leggere uno dei vostri nuovi articoli, scritti da appassionati per gli appassionati, magari ascoltando nel frattempo qualcuna delle tante indimenticabili Sigle dei Cartoni presente nella playlist del Blog. :)
Venendo all'argomento specifico di questo articolo, credo che "La Fortezza delle Scienze" sia uno splendido nome per un Blog dedicato ai Cartoni e più in generale a tutta l'atmosfera degli Anni '80.
Quelli furono anni d'oro per il filone dei cosiddetti "Robottoni" e su tutti i Cartoni di quel genere spiccano i Titoli di "Go Nagai"... io amo molto i Cartoni sui Robot e devo dire che "Mazinga", in particolare "Il Grande Mazinga", tra i vari Robot di Nagai è proprio il mio preferito ( anche se in assoluto il Cartone Robotico che preferisco è "Voltron" ).
La Fortezza delle Scienze era una struttura affascinante, ricordo bene tutti i suoi incredibili meccanismi di difesa come la barriera da voi citata o il fatto che all'occorrenza si potesse inabissare o le varie armi di cui era dotata ( i Raggi e i Missili Laser ed il potentissimo Siluro Spaziale Atomico ).
Allego il link di un simpaticissimo Video in cui sono presenti molti dei Robot di Nagai e alcuni dei loro nemici storici tutti insieme, il titolo è "Go Nagai Robots Family", era l'introduzione di uno dei Film sui Robot di Nagai uscito proprio in occasione di un anniversario di Mazinga:
( http://www.youtube.com/watch?v=QAec-jyYmTY )
Il Grande Mazinga è epico, almeno secondo me. Ha un "quid" in più e una problematicità che altri cartoni non hanno avuto.
E' un ricordo incancellabile.
L'unica cosa che mi faceva rabbia, in quanto femmina, era la debolezza del povero robot Venus, che in ogni battaglia veniva subito ridotta in stato pietoso.
Poi era bellissima come robot. Adoravo la scena in cui usciva dalla cascata.
Mitico!
X ArabaFenice:
Grazie a voi per regalarci tanti ricordi quasi sopiti nella nostra flebile mente!
Siete Grandi!
@ Massimo Spada
Ora mi fai commuovere!:-)
XPIN:
Ciao:-)
Ti ringrazio per i complimenti, fa piacere sapere di riuscire nel nostro intento. Per noi le vostre parole sono motivo di soddisfazione. Per quale altro scopo dovremmo infatti dedicare tempo a questo blog se non per il piacere di ricevere riscontri come questo?
COme ho già detto credo anche io che il proliferare del genere robotico sia un fenomeno caratteristico degli anni 80, almeno stando alla programmazione in TV sui nostri canali, non alla data di produzione che - per molti anime - è precedente.
Mazinga Z ad esempio è dell'inizi degli anni 70.
Il video che segnali - e che andrebbe segnalato ad ogni occasione possibile - lo conosco molto bene e l'ho visto e rivisto con grande emozione.
@ Romina
Condivido il tuo commento e anche il tuo disappunto di donna. I robot femmina non solo non erano di grande utilità ma a volte erano pure d'impiccio. Gli scienziati potevano fare il robot femmina potente a piacere non dovevano sottostare alle leggi della natura che ci vogliono - almeno dal punto di vista della forza fisica- più deboli degli uomini.Nelle serie robotiche la figura maschile è sempre quella al centro, le donne sono di contorno. La stessa gerarchia si instaura tra i robot antropomorfi, in base al loro "sesso", con l'assurda necessità che i robot uomo sianoguidati da uomini e i robot donna da donne.
Credo che sia già capitata occasione di discutere di questo "maschilismo" particolarmente presente nelle saghe di Go Nagai.
Invece, in Voltron, citato da XPIN, si può pensare a quasi una parità fra uomo e donna. IL robot è infatti formato da 5 leoni, 4 guidati da uomini e 1 da una donna.
Quel "quasi" dipende dal fatto che:
la donna è in inferiorità numerica;
le viene data una certa rilevanza solo perché di bell'aspetto;
perché il leone più importante, quello che va a costituire la testa del robot, è sempre guidato da un uomo, guardacaso, il più belloccio.
Sì, credo che questi siano anche esempi di discriminazione dei meno belli, relegati a ruoli di secondo piano.
Non sia mai che io faccia piangere una donna! Volevo solo farvi i complimenti a te GlitterVictim e Giangidoe per come siete bravi a portarmi nel passato. Tutto qui! Non voglio far commuovere nessuno, penso che sia giusto fare degli apprezzamenti quando sono molto meritati.
Non sono mica avido io! Sono onesto! E mi piace complimentarmi con qualcuno quando vedo che fa un bel lavoro! :P
Grandi...continuate così.
Vengo a trovarvi spesso anche se non lascio sempre traccia cn commenti...
Un caro saluto ;)
Grazie Pino, sei sempre molto gentile:-)
Gli auguri che ti faccio è di continuare su questa strada e di mantenere vivo questo blog. Non è sempre facile farlo. Anche io ho messo tutto il mio impegno in un anno per far crescere il mio blog. Peraltro un tuo articolo che mi è piaciuto è stato quello della storia di questo blog, come è cresciuto graficamente nel tempo. Penso che anche io, avendo cambiato spesso in un anno veste grafica, dovrei dedicare un articolo alla crescita del mio sito e raccontare i retroscena della nascita. Perchè il titolo di un sito racconta tanto. E anche il mio.
Ciao flid, hai proprio ragione nell'affermare che un titolo afferma tanto. Per quanto mi riguarda lo posso dire con certo di questo e di altri blog in cui scrivo. a presto.
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