sabato 28 giugno 2008

Sigle e presunti plagi: Vince Tempera sta a Boney M come Zucchero sta a Michele Pecora.

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Oggi voglio parlare della carriera di quel mago delle sigle che è il maestro Vince Tempera che, insieme a Luigi Abertelli, ha formato una coppia molto prolifica per la composizione delle musiche e dei testi anche di sigle per i cartoni animati: la colonna sonora di Goldrake la quale è formata da un congruo numero di canzoni, Capitan Harlock e tante altre. Considerato che questo blog:
- almeno per quanto concerne le sciccherie postate dalla sottoscritta, non ha la pretesa di essere né politically correct, né imparziale (w il grande mazinga);
- non si piega davanti alla grandezza di nessuno se non davanti all’autorità del Grande Maestro;
e, soprattutto, premesso che:
- non è fatto per essere preso sul serio;
oggi della indiscutibile bravura di Vince Tempera voglio metterne in risalto la maestria nella poco nobile arte del plagio. Un mago, quindi, sì, ma delle imitazioni. Peggio, o meglio che dir si voglia, dei cinesi. Quel furbacchione infatti sta ai Boney M come Zucchero sta a Michele Pecora.
Vediamo infatti come il repertorio dei Boney M. sia stato "saccheggiato":
cominciamo con il plagio più noto, la bellissima sigla di Anna dai Capelli Rossi, “leggermente” identica a Rivers of Babylon dei Boney M. Ascoltate e credete alle vostre orecchie!!


Anna dai capelli rossi - I ragazzi dai capelli rossiRivers of Babylon - Boney M

Non solo la musica, anche il testo, scritto da Albertelli, presenta una notevole assonanza. Troppa per pensare ad una semplice coincidenza. Quello che vi è stato appena presentato è un presunto PLAGIO DEI PLAGI perché Rivers of Babylon è, a sua volta, “presumibilmente” un plagio (o una cover?) di Rivers of Babylon dei Melodians.
Ma le sorprese non finisco qui: basta accelerare la sigla di Anna dai capelli rossi per ottenere quella di Marco dagli Appennini alle Ande, sempre di Tempera-Albertelli.

ASCOLTA QUI IL CONFRONTO
ANNA DEI CAPELLI ROSSI E MARCO

Poiché di Rivers of Babylon, come del maiale, non si butta proprio niente, ecco che il suo riverbero iniziale viene riciclato per la sigla di Hello! Spank, cantata da Aiko e Company con musiche e testo ancora della coppia copiona.

ASCOLTA QUI IL CONFRONTO
RIVERS OF BABYLON - HELLO! SPANK


Prendiamo un’altra canzone - di un gruppo a caso - i Boney M. La canzone è Rasputin, ascoltiamola e confrontiamola con una altra sigla, quella di Astrorobot, scritta, sempre a caso, dalla coppia Tempera-Albertelli.
ASCOLTA QUI
ASTROROBOT
Rasputin - Boney M


A questo punto sorge il legittimo sospetto che Tempera abbia attinto a piene mani dai Boney M. Vince ha toccato il fondo? No! Non è finita qui:
ascoltate un altro brano dei Boney M, Brown girl in the ring:

Brown Girl In The Ring - Boney M

...Non vi ricorda qualcosa? Un bambino girovago che suona l'arpa, con alcuni cani e la scimmietta e il vecchio Vitali? Ma sì la canzone di Remì!
Per rinfrescarvi la memoria ascoltatela qui.
Accelerando Remì si ottiene poi Hello! Spank.

ASCOLTA QUI IL CONFRONTO
REMI'- HELLO! SPANK


Tuttavia, non si può dire che la mitica coppia non abbia saputo anche essere originale: infatti per la sigla di Nills Holgersson, cantata da I fratelli Grimm, cambiano musica e gruppo. E copiano niente-poco-di-meno-che i divini Kiss e, in particolare, I was made for loving you che è una delle loro canzoni che più apprezzo.
Questa volta l’originalità del bravo Vince si manifesta con una ulteriore variazione: anziché ricorrere all’accelerazione fa uso della decelerazione.



ASCOLTA IL CONFRONTO
NILLS HOLGERSSON - I WAS MADE FOR LOVING YOU


Ancora molta originalità nell’attingere questa volta nel repertorio disneyano: ecco infatti il confronto fra la sigla de Il fedele Patrash che sembra la versione lenta di Zip A Dee Doo dah:


ASCOLTA IL CONFRONTO
IL FEDELE PATRASH - ZIP A DEE DOO DAH


Si dice che la maggior parte dei plagi sia involontario. Un motivetto ti rimane impresso, lo immagazzini e lo tiri fuori senza accorgertene quando scrivi una canzone. Noi non dubitiamo che anche per il Vince sia stato così, magari si sarà inceppato LP dei Boney e quelle melodie si sono conficcate indelebilmente nelle sinapsi. Non te la prendere Vince, solo per quel capolavoro che è la canzone Venusia, meriti tutto il nostro affetto.
Alla mia socia che se la sta ridendo sotto i baffetti, da sostenitrice qual è di Cristina d’Avena, suggerisco di verdersi questo video.

Sailor Moon e il cristallo del cuore - "La isla Bonita" di Madonna GUARDA QUI
Ho notato la somiglianza anche fra "Petali di Stelle per Sailor Moon" e "le ragazze serie" di Masini ma non ho il supporto multimediale: ma canticchiandole....

P.S. Che nessuno se la prenda, qui si gioca con le somiglianze. Non a caso ho usato tante “virgolette”.

P.P.S. Poiché non vorremmo incorrere anche noi in una accusa di plagio, riporto la fonte che, unita al patrimonio “culturale” della sottoscritta, ha permesso la scrittura di questo post:
http://www.ineditecristina.altervista.org/

P.P.P.S: Dimenticavo! Vince Tempera ha sostenuto la battaglia RAI, condotta dal giornalista Michele Bovi, contro il plagio!

Se alcuni link non funzionano, copiate il collegamento e incollatelo in una nuova pagina del browser.

lunedì 23 giugno 2008

Heidi compie trent'anni, l'orso Yogi cinquanta. Ma restano degli evergreen.

Abbiamo già festeggiato due anniversari importanti: i 30 anni dalla prima messa in onda, in Italia, di Goldrake, il cinquantesimo puffleanno dei mitici ometti blu e i 25 anni dalla creazione del personaggio Kenshiro.
Ma non ci siamo dimenticati, cari fans di Heidi (e lo sappiamo bene che tra di voi ci sono tanti maschietti), che la bambina dalle gote dipinte di rosso vivo compie, come il robot alieno, 30 anni di presenza nei palinsesti televisivi nazionali. Ben sei lustri, nonostante i quali l’anime continua ad esser ritrasmesso con successo, a dimostrazione della sua essenza sempreverde. Insomma, la bambina, creata dalla fantasia dell’autrice svizzera Johanna Spyri, compie 30 anni ma non li dimostra affatto e non ha ancora stancato il pubblico con le sue capriole, la gioiosa esuberanza, le-caprette-che-fanno-ciao e la sua fissa per i pascoli, le “sue” montagne, le erbe per fiocco di neve, gli stambecchi che saltellano tra i dirupi, il latte bevuto direttamente dalle mammelle delle sue capre.
Inutile riportare la trama, tutti conosceranno le sue vicende nella cornice fresca, pura e incontaminata delle Alpi Svizzere prima, in quella grigia e austera di Francoforte poi, e, infine, di nuovo lassù, in quella baita all’ombra del grande abete, con gli uccellini e l’acqua gelata, con Peter e, soprattutto, il NONNO.
E a proposito di ORSI c’è un compleanno molto speciale: quello di Yogi che compie mezzo secolo.
E pensare che è nato (1958), dalla fantasia incredibilmente fervida di Hanna & Barbera, come personaggio secondario del Braccobaldo Show, incentrato attorno alla figura di un’altra creatura Hanna & Barbera, per l’appunto Braccobaldo Bau (Huckleberry Hound). Ma la simpatia premia e in breve tempo Yogi è diventato una celebrità tale da meritare diverse serie TV e persino un film per il grande schermo (Hey there, it's Yogi bear!).
Yogi è stato ispirato ad un personaggio vivente, peculiarità, questa, anche di altri personaggi creati dalla mitica coppia. In particolare è ispirato a Art Carney della serie TV The Honeymooners anche se il nome, Yogi Bear, fa riferimento al campione del baseball Yogi Berra. Yogi è infatti ben caratterizzato con, come marcia in più, l’intonazione di voce particolarissima, resa molto bene da noi dal doppiatore Francesco Mulé.
E’ superfluo postare una clip delle avventure di Yogi, Bubu e l’irritabile ranger Smith, tale è la loro popolarità.
Meglio dare la parola ad Homer de I Simpson – del resto, anche la sua natura sembra orsina e la voce ricorda molto quella di Yogi - in una sua magistrale interpretazione (tratta dalla puntata When you dish upon a star) del vecchio-sempre-giovane-ladro-di-cestini-da-picnic, affiancato da Bart nel ruolo di Bubu e il pudico Ned Flenders nel ruolo del ranger Smith.

giovedì 19 giugno 2008

Costumino, olio solare al cocco e telecomando.

Ebbene sì ragazzi, quest’estate il palinsesto televisivo dei cartoni animati sarà ricco di sorprese e grandi ritorni da gustarsi sotto l’ombrellone.

La novità assoluta è l’arrivo di Disney Channel sul digitale terrestre, dal 1° luglio infatti il canale trasmesso sulla stessa frequenza appartenuta a Sky, andrà ad arricchire l’offerta di Premium Gallery (Joy,Mya e Steel) anche nella versione +1 dove i programmi ripartono un’ora dopo. Sempre sul digitale terrestre Boing ci riserva un pacchetto all inclusive di emozioni eighties con ANNA DAI CAPELLI ROSSI, IL DR. SLUMP E ARALE (Il primo episodio del manga fu pubblicato in Giappone nel 1979), DORAEMON e DON CHUCK STORY. In analogico i gloriosi anni ’80 rivivranno attraverso cartoni animati dell’epoca, su Italia 1 ritornano i sempreverdi ma sarebbe meglio dire sempre-blu PUFFI, in compagnia dei CAVALIERI DELLO ZODIACO nonché di BELLE E SEBASTIEN "Bell è un campione, Bell ti vuole bene FRRRRRRR" e L’ISOLA DEL TESORO.

Ai più giovani ricordo che Don Chuck Story racconta le avventure di un giovane castoro e non le gesta eroiche di Walker Texas Ranger in versione animata, certo che questa potrebbe essere una grande idea quasi quasi telefono a rete 4 per sottoporre il progetto.

Bando alle ciance, telecomandi alla mano.

Buona visione.



Nota* da appassionata del genere vi informo che su La7 CartaPiù (e dunque in pay per view) dal lunedì al venerdì alle ore 16.30 e poi ancora alle 16.55 va in onda Mimì e la nazionale di pallavolo.


Kenshiro, ri-nato il 4 luglio. La leggenda di Hokuto al cinema.

Quanti di voi hanno apprezzato il fascino guerriero di un eroe solitario capace, con la sola pressione di alcuni punti vitali, di fare esplodere i malvagi sciacalli che dettano la legge del più forte nell'era post-atomica? Quanti di voi si sono accesi nel guardare le spettacolari battaglie del leggendario uomo dalle sette stelle di Hokuto, scandite al grido di "Uatttàaaaaa!"? E quanti, come me, si sono chiesti se Kenshiro, con la sua conocenza dei punti di pressione, sarebbe stato, come un bravo chiropratico, in grado di alleviare i dolori, per esempio, di un'ernia al disco?
Se avete risposto "Io!" ad almeno una delle tre domande, allora non potete perdervi il lungometraggio su Ken il guerriero che sta per uscire nelle sale cinematografiche a partire dal 4 luglio. Si intitolerà Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto ed è il primo di una collezione di cinque lungometraggi che fanno parte della saga La leggenda del vero salvatore realizzata nel Paese del Sol Levante per celebrare il 25esimo compleanno del personaggio.

Gli altri titoli della saga sono: La leggenda di Julia, La leggenda di Raoul, La leggenda di Toki e, infine, La leggenda di Kenshiro.

L'intera saga sarà distribuita da Mikado Film, Dolmen Home Video e Yamato video mentre per quanto riguarda la realizzazione sono stati ingaggiati gli autori storici del manga, Tetsuo Haura e Buronson. Essi hanno creato il personaggio con un manga di grandissimo successo mondiale, al punto da meritare una serie televisiva, che abbiamo seguito anche qui in Italia, nella quale è da menzionare la collaborazione di Tsukasa Hojo, in particolare per l'animazione dei personaggi femminili, già noto per le belle e sensuali donne delle serie di cui è autore, ossia City Hunter e Occhi di gatto.

Operazioni come queste si stanno ripetendo con successo negli ultimi anni. E' infatti recente (2007) il consenso di pubblico che le case di distribuzione su citate hanno raccolto per l'uscita di Lupin III - Il castello di Cagliostro di Hayao Miyazaki. La novità assoluta è che il lungometraggio sarà distribuito ai cinema. Ciò che, invece, non è una novità è che non potrò perdere l'appuntamento con la grande animazione giapponese.

venerdì 13 giugno 2008

Acerbe eppur dolcissime Mele Verdi!

Probabilmente a molti di voi il nome Le Mele Verdi non dirà nulla; eppure sono convinta che molti voi hanno provato un’infinita tenerezza nell’ascoltare le loro dolcissime canzoni, riportate nel seguito, che vi invito a riascoltare.




Era il tempo delle mele verdi e c’erano dei giovanissimi cantanti, quasi tutte ragazze per la verità, di incredibile vivacità, sotto la direzione della bravissima compositrice e direttrice di coro Mitzi Amoroso che è stata per questo gruppo una guida come la Mariele Ventre lo è stata per molti anni per i bambini dello Zecchino. La formazione ha subito dei cambiamenti nel corso degli anni, dalla nascita nel 1974 e allo scioglimento nel 1987, ma la maggiore attività del gruppo è concentrata negli anni dopo l'80, con quella che è considerata la formazione storica con Stefania Bruno, Stefania Mantelli, Rony Lucido, Cristina Paiocchi, Alessandra Maldifassi,Paolino, Melody Castellari(qui la storia dettagliata). Il loro repertorio comprende diverse sigle dei cartoni animati ma anche sigle per telefilm (rin tin tin) e graziosi pezzi indirizzati a un pubblico di giovanissimi. Hanno svolto attività teatrali con spettacoli divertenti, dei musical che sapevano di fiaba, tra cui lo spettacolo "Fichi e Fantasia", citato in alcune loro canzoni.
Vantano collaborazioni importanti: con Roberto Vecchioni per la sigla de I Barbapapà, con Riccardo Zara, che ha poi fondato I Cavalieri del Re, per la sigla di Woobinda, con I cavalieri del re per "la mela verde" e con Lino Toffolo per il brano "Andiamo a ballare".
Il gruppo era formato da diversi coristi e da diverse voci soliste che si alternavano nell’interpretazione dei vari brani. Fra di esse merita una particolare menzione la voce dolce, pacata, quasi matura e anche un po’ sexy di Stefania Mantelli, solista di Madamoiselle Anne, che trovo superlativa, mi ricorda quella della divina Georgia Lepore che canta «Un milione di anni fa o forse due…».
Fra di esse, però, io sono particolarmente legata a due voci. Quella di Paolino, il figlio di Mitzi, l’unico maschietto a esser costantemente presente nella formazione, la splendida e genuina voce che, ne La banda dei ranocchi, avverte «Occhio all’occhio del ranocchio, occhio, occhio, occhio…teniamolo sott’occhio!», nonché impertinente e irresistibile voce de Gli gnomi delle montagne e solista di Belfy e Lillibit.

ASCOLTA LA SIGLA DI BELFY E LILLIBITASCOLTA LA SIGLA DE GLI GNOMI DELLE MONTAGNE


ASCOLTA LA SIGLA DE LA BANDA DEI RANOCCHIASCOLTA LA SIGLA DI MADAMOISELLE ANNE

E poi quella di Stefania Bruno per la sublime interpretazione, con Paolino, de “la banda dei ranocchi”, una sigla che in molti considerano il capolavoro de Le Mele Verdi. E io sono d’accordo.
In molte canzoni interviene una voce maschile adulta, quella, per intenderci che interpreta Ippotommaso (ascoltala) e anche la parte finale di Belfy e Lillibit: è Corrado Castellari, autore musicale e arrangiatore, nonché padre di Melody. Tra le altre sigle de Le Mele Verdi Lo Scoiattolo Banner (ascoltala), la prima sigla di Hallo Sandybell (ascoltala), Ikkyusan il piccolo bonzo (ascoltala)
Ma il pensiero più dolce non può che rivolgersi alla piccola e deliziosa Alessandra Maldifassi, solista di Pat la ragazza del Baseball che vediamo in questo video-omaggio. Le voci de Le Mele Verdi oggi non esistono più, trasformate dalla pubertà, rubate al pubblico dall’anonimato della vita adulta. Ma la voce di Alessandra Maldifassi si è spenta ancora con la freschezza della giovinezza: ella ci ha lasciato già da molti anni, dopo una terribile e fulminea malattia, portandosi con sé un bagaglio di progetti e sogni infranti. Aveva solo 22 anni.





Concludo segnalandovi una pagina web su Le mele verdi, realizzata da un loro accanito fan. Una pagina semplice da cui emerge tutto il tenero affetto per un gruppo che ha fatto della spensieratezza, della grazia, delle leggerezza le sue virtù. Con lui ho avuto uno scambio di mail attraverso le quali mi ha messo al corrente di un progetto web più grande, che ospiti degnamente le nostre acerbe ma dolcissime mele verdi! Perché il tempo delle mele verdi, nonostante tutto, non è ancora finito.

P.S. Al solito per l’ascolto delle sigle proposte e per la visione del video, è necessario mettere in pausa il player nella sidebar a destra.

Le foto delle copertine dei dischi sono prese da La tana delle tigri

giovedì 12 giugno 2008

The Ufo Robot Project.... Coming Soon!


Tempo fa venne pubblicato su questo modesto blog un post sui trent’anni di goldrake Qualche giorno fa, a margine, abbiamo trovato il commento di tale George_p che, ringraziandoci per il link ad un progetto a cui partecipa, ha innescato una discussione molto interessante che non meritava di essere relegata allo spazio commenti di un post ormai datato.
Ho quindi pensato che valesse la pena riportare alcune sue riflessioni e le maggiori informazioni che ha fornito sul suddetto progetto, denominato URP (Ufo Robot Project) che consiste in niente-poco-di-meno-che nel remake di goldrake. Un progetto che, nonostante le stimolanti sfide sull’orizzonte meramente professionale, tradisce un grande amore per l’universo di Go Nagai, una passione che trova conferma nelle parole di George_p in una bella dissertazione di quello che è un filo conduttore dell’opera del Grande Maestro dell’Animazione: il dualismo bene/male, positivo/negativo, “Yin e Yang che non rappresentano valori assoluti e staccati come la nostra cultura e mentalità impone e presenti nelle storie a partire da mazinga dove il nome stesso del robot deriva da majin formato da ma (demone) e jin (dio) e che sta a significare come lo strumento (robot) nelle mani dell'uomo può assumere fini costruttivi o distruttivi dipendentemente dall'uomo stesso”, fino ad arrivare alla concezione del sesso nella cultura orientale.
E a proposito del suo progetto: “è realizzato totalmente in 3D, prende origine da un progetto simile, vecchio di qualche anno attualmente in stand by, in cui non c'è ancora niente di definito riguardo la storia ma l'idea di base sarebbe quella di una rivisitazione in chiave moderna della serie originale”
Un progetto molto ambizioso, dunque, di cui potrete conoscere i dettagli al sito http://www.uforobots.net/, che vuole sperimentare il favoloso connubio fra un mito della nostra infanzia, una storia entrata a far parte del nostro DNA, e i miracoli della moderna computer grafica. Senza però lasciare che questa snaturi il prodotto come, a mio parere, è avvenuto con il nuovo Jeeg.
Sarebbe infatti un peccato andare ad inficiare quella che era una peculiarità dei cartoni animati della nostra generazione. Ognuno di essi era ben caratterizzato: l’informazione sulla paternità dell’opera era intrinseca, la mano dell’autore la vedevi dal tratto, dal design, da evidenti scelte stilistiche. A completare il cosmo associato ad ogni anime c’era la sigla: essa apparteneva al cartone come il cartone apparteneva alla sigla. Questa è una verità che ci appare evidente nonostante in Italia sia stato messo in atto un vero e proprio scempio su queste testimonianze d’arte moderna: tagli, censure che si sono spinte fino a eliminare la possibilità di una piena comprensione dell’opera da parte del pubblico, stravolgimenti delle storie, sigle sostituite con altre meno pregevoli, legami artificiosi creati tra opere che non hanno nulla a che fare solo per inserirsi nel successo di qualche serie particolarmente fortunata, i nomi dei protagonisti convertiti in poco probabili nomi italiani(“Tinetta” di Orange Road/E’ quasi magia Johnny è emblematico) o americani per una assurda, quanto inutile, pretesa di contestualizzare le storie nella nostra realtà.
Spostandoci sulla scena mondiale e abbandonando quella tipicamente italiana non si può che constatare come gli anime, negli ultimi anni, si siano appiattiti attorno a dei modelli standard: stendendo una coperta pietosa sulle storie, senza gloria e senza onore, mi riferisco ai disegni che sembrano usciti tutti dalla stessa mano, ai modelli e gli elementi che si ripetono senza pudore. Ecco, vedere, come è successo con Jeeg, Actarus che assomiglia a uno di quelli di Yu-gi-oh, per me sarebbe un colpo insopportabile.
Ma Gerge_p su questo ci ha tranquillizzato: "a parte un lavoro di ammodernamento obbligato riguardo i tempi e le tecnologie utilizzate sono altamente propenso per una quanto più possibile fedeltà verso l'originale, in aggiunta il progetto prevede una trasposizione realistica dei soggetti cartoons cercando ovviamente il più possibile di mantenere i tratti caratteristici dei characters. Attualmente sto lavorando alla realizzazione tridimensionale dei personaggi principali, il progetto è ovviamente no Profit […] ed è un modo per far conoscere e apprezzare il personaggio alle nuove generazioni, per questo motivo sto aggiornando e adattando il design a canoni più attuali ma senza alterarlo (entro determinati limiti) dall'originale". E stando a quanto ho visto nella gallery del sito, manterrà questa promessa. Inoltre , ha aggiunto uno spunto per una discussione di particolare attualità: “E' anche un modo per affrontare un tema che a me sta molto a cuore, riguardo l'inquinamento e l'utilizzo di energie fossili altamente distruttive per noi e il nostro pianeta a svantaggio di tutte quelle forme di energia che opportunamente vengono celate o limitate commercialmente alle popolazioni (Fusione fredda, elettromagnetica ecc).
Temi che troviamo pure in goldrake se consideriamo che Vega fa uso di tecnologie morte e portatrici di morte (come le nostre in realtà) rispetto a quella di goldrake estremamente pulita e più efficiente!”

Credo che sia sinceramente un progetto meritevole di attenzione e sostegno. Pertanto, vi consiglio di vivere la magia della rinascita del Mito seguendo sul sito linkato la genesi e lo sviluppo di questo grandioso progetto.


P.S. L'ultima foto è il nuovo Jeeg.

lunedì 9 giugno 2008

"Allegri, bambini!"

Il cervello umano è strano e sicuramente il mio non è l’eccezione che conferma la regola; leggendo l’articolo Chi l'ha visto? Il mago Galbusera scritto qualche giorno fa da Araba Fenice, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata l’immagine dell’ippopotamo della Lines, Pippo.

Un’associazione di idee sconnesse se non per il fatto che sia il Mago G che Pippo risalgono più o meno allo stesso periodo televisivo. Entrambi i personaggi, nel bene o nel male, hanno segnato contemporaneamente la nostra infanzia: all’inizio degli anni ottanta un buffo tizio, a metà strada tra lo zio Sam e Mirko dei Beehive ci triturava i nervi a suon di zalet mentre un allegro ippopotamo parlante sulle note trallallà ci illustrava l’evoluzione del pannolino.

Della sua infanzia la mia mamma ricorda con affetto i pupazzi Topo Gigio, Susanna e Provolino, io invece sono legata, ahimè, a Pippo, il Mago G, Five, Uan, Four ed al tenerone. Le mode attuali sembrano essere poco incisive e troppo veloci per restare impresse nella memoria, tra trent’anni i bambini di oggi ricorderanno che le Winx sono state parte integrante della loro crescita?

Signore e signori ecco a voi PIPPO:




Smanettando su youtube ho trovato un Carosello della Lines del 1966, io non ero ancora nata, Pippo si:

lunedì 2 giugno 2008

Chi l'ha visto? Il mago Galbusera

Molti conoscono il pagliaccio Ronaldo del Mc Donald che, nonostante il suo aspetto inquietante a metà tra IT dell’horror e Brachino di Studio Aperto, invita i bambini a stressare il fegato con deliziosi happy meal (vabbé questa me la potevo risparmiare visto che sono la prima che non sa resistere alla tentazione di un Crispy McBacon…). Pochi sanno o ricordano che questo emblema del marketing, l’immagine di una azienda che fa del marketing un prezioso elemento di successo in tutto il mondo, ha un progenitore tutto nostrano: il Mago Galbusera, detto anche Mago G o Magoggì.
Ero bambina quando in TV lo vedevo aggirarsi nei parchi a regalare biscotti Zalet a fanciulli che – e qui si vede la fibra buona dei bambini degli anni 80 – non sembravano per niente impauriti, nonostante l’aria spiritata e bizzarra (per la serie “mai passare inosservato”) e una vaga somiglianza a quello più brutto de I fichi d’india o, forse, al professor Zichichirichì impersonato da Greggio ai tempi del Drive-In. Oggi basterebbe molto meno per avere addosso quelli dall’anti-pedofilia. Ai genitori fidelizzati che raccoglievano i punti sulla confezione egli prometteva la biscottiera dipinta a mano e la "blusa felpata", che valeva la pena possedere solo perché si chiamava così. Non maglioncino, non semplicemente felpa, non cardigan ma "blusa felpata". Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, sono tanti i negozi di abbigliamento in cui sono stata, ma le mie orecchie non hanno più sentito il dolce suono di "blusa felpata".
Eccolo mentre fa proseliti, accompagnato da un jingle di quelli che ti entrano in testa e vorresti aprirtela solo per agevolarne l’uscita.

Ecco, insieme al jingle della bambola Giovanna-A, Giovanna-A- muove-la-testa-e-dice-A, fu la causa di un continuo lamentare, da parte mia, tremendi mal di testa inesistenti. Ciò esasperò mia madre al punto da portarmi a fare un encefalogramma (giuro!).
Quei motivetti erano così persistenti che – ricordo – mi meravigliai che gli aghi non disegnassero una confusa sequenza di G come mago G ed A come Giovanna-A. Mago G, Giovanna-A, mago A, Giovanna-G. Stop, ho già mal di testa. Per fortuna almeno Giovanna-A pare scomparsa senza lasciare neppure una labile traccia su internet, dove in genere si trova sempre di tutto. Insomma, pare sopravviva solo nella mia memoria con la sua snervante tiritera.

E invece che fine ha fatto Mago G? L’ho cercato sulla rete, a lungo senza risultato, solo vecchi spot, nulla che sciolga l’arcano su quale sia stato il suo destino. O quasi. Per qualcuno è diventato un rispettabile pilota di aviazione. Ma alla lunga la mia tenacia mi ha premiato: Luca Levis, questo il vero nome del magoggì,è diventato davvero un pilota ed è stato di recente intervistato.
Ecco quanto riporta il sito www.davidemaggio.it:

E’ stato il secondo interprete del Mago Galbusera. Il primo era un mimo che non ha avuto grande successo. Luca Levis è stato testimonial della Galbusera per cinque anni (1981/1986), nel corso dei quali è diventato un vero e proprio mito per grandi e piccini. Indimenticabile la sua parrucca, il frac giallo e i suoi pattini di fuoco. Nel 1986 è stato rimpiazzato, anche a causa del suo spirito libero che non gli ha facilitato i rapporti con le varie case di produzione. Oggi è pilota di linea nell’aviazione commerciale, è felicemente sposato e ha due bambini.

Incoraggiata, ho persistito nelle mie ricerche e ho scovato per voi questa chicca con foto attuale compresa!