Poi mi sono imbattuta in un'immagine della
tartaruga Touter e tutto è tornato in mente. Il re Leonardo con le sue guance
rilassate e il suo assistente(in realtà il Primo Ministro), una puzzola di
nome, Odi Colonia ("Eau de Cologne") che già la dice lunga sul
livello di infantile genialità e sull'impronta grottesca di questo divertente
cartone. Re Leonardo è il re di
Bongo-Congo, il regno che vive sulla produzione di strumenti musicali, i bonghi
per l'appunto. Il suo trono è costantemente minacciato dal fratello Itchy
("irritante", "che fa prurito"), un leone spelacchiato che
si accompagna con un brutto ceffo rappresentato come un gangster.
Ad ogni puntata, il potenziale usurpatore è
quasi sul punto di riuscire nel suo intento di spodestare re Leonardo ma il
provvidenziale intervento di Odi Colonia salva la situazione.
Tra il mezzo episodio in cui sembra che la
congiura ordita da Itchy stia per avere successo e il mezzo episodio
dell'intervento risolutivo della fedele puzzola, vengono trasmessi due episodi
indipendenti (con qualche sporadico cross-over):
- Le avventure della tartaruga Touter che, ad
ogni episodio, chiede al paziente mago Lizard di provare l'esperienza di vivere
in una certa epoca, il mago acconsente alla richiesta ma poi si vede costretto
a riportarlo indietro quando la
tartaruga, puntualmente, si metterà nei guai.
- Le avventure del cacciatore (un cane
segugio) alle prese con la proverbiale
furbizia di una volpe dall'"originale" nome Fox, che però, grazie più
a fortunate coincidenze che alla propria abilità, riuscirà sempre a prendere e
rinchiudere in prigione.
Un personaggio minore era l'elefantino
Twinkles (mascotte di una marca di cereali) che appariva all'interno di una
sorta di spot.
Come molte produzioni americane dell'epoca (e
penso al già menzionato Rocky e Bullwinkle ma anche agli Hanna e Barbera), la
grossolanità dei disegni e la ripetitività delle trame, nulla tolgono (semmai
aggiungono) al fascino di questi cartoni che trovano il loro punto di forza in
una comicità naive ma allo stesso tempo sempreverde, che gioca con le parole e
sa farsi apprezzare anche dai grandi per i suoi paradossi.
Nessun commento:
Posta un commento