E’ accaduto anche per la serie robotica Daitarn III il cui protagonista, Haran Benjo, è disegnato ricalcando la personalità da vincente di James Bond, l’agente 007 : ai tempi della produzione del cartone (1978), infatti, si sentivano ancora gli echi dei successi riscossi ai botteghini dei film degli anni 60, ispirati al romanzo di Ian Fleming. Ed è così che Haran Benjo viene concepito coraggioso, intrepido, irriverente, sicuro di sé, un po’ sborone e consapevole del notevole ascendente che esercita sulle donne. Non a caso è sempre accompagnato da due bellezze sinuose (Beauty e Reika), una bionda e una bruna neanche fossimo al Festival di Sanremo, con le quali fa spudoratamente il lumacone, godendosela per la loro rivalità.
Ma il riferimento più chiaro è nella scena in cui Haran Benjo spogliandosi della tuta da combattimento mostra lo smoking indossato sotto di essa, proprio come faceva Sean Connery, in Missione Goldfinger, togliendosi la muta da Sub. Ma Haran Benjo, così abile nei combattimenti a mani nude con i meganoidi, conoscitore delle mirabili tecniche delle arti marziali, ha subito di sicuro l’influenza dei grandi maestri del Karate a cui, in quegli anni, il cinema offriva grandi spazi (pensiamo a film di Bruce Lee…).
Ci sono personaggi, quelli dei grandi romanzi storici ad esempio, che sono sempre buoni per catturare l’immaginario del pubblico. D’Artagnan, come pure Don Chisciotte, è uno dei personaggi romanzeschi che ha più ispirato produzioni cinematografiche e televisive. Lasciando stare le produzioni che si ispirano più o meno liberamente al noto romanzo I Tre Moschettieri di Dumas (nell’ambito dell’animazione ricordiamo sia l’anime giapponese D’Artagnan e i moschettieri del re, il cartone I tre moschettieri firmato Hanna & Barbera e la versione antropomorfica D'artacan ), penso principalmente alla serie robotica Daltanious. Ma cosa c’entra D’artagnan con il gigante d’acciaio Daltanious? Lascio parlare le immagini:
Raffigurazione dei moschettieri | Daltanious |
Sul robot è raffigurata la croce di Malta, il simbolo caro ai moschettieri, le cui otto punte rappresentano le otto virtù della cavalleria.
Del resto, il nome Daltanious (in originale Daltanias, il titolo giapponese significa: Daltanias, il robot del futuro) è una storpiatura di D’Artagnan(1) e, come recita la mia bibbia (2), in Daltanious, il nome del protagonista è Tate Kento dove Tate vuol dire "scudo", mentre Kento vuol dire letteralmente "spadaccino". Quindi Tate Kento vuol dire letteralmente "spadaccino dotato di scudo", spadaccino scudato. E la cosa si richiama perfettamente alle atmosfere da "tre moschettieri” da cui l'anime è ripreso.
Infine, Daltanious ha il leone sul petto perché è un robot che nasce dalla fusione con un leone meccanico, Beralios. E non è il leone proprio il simbolo della regalità?
Ma la croce di Malta è anche un simbolo legato alle crociate e, quindi, alla religiosità. E sono tanti i riferimenti religiosi/biblici in Daltanious: il fuoco purificatore della spada del robot, ancora il leone simbolo biblico di giustizia, la croce disegnata sui nemici nell’attacco decisivo.
Anche i cartoni sono oggetto di citazione nelle più disparate opere e, soprattutto, nei cartoni stessi. Rimanendo nell’ambito delle serie robotiche, Trider G7 rende spesso omaggio ad altri colleghi robot, in particolar modo, a Daitarn III e a Gundam. In più di un occasione, infatti, uno dei protagonisti guarda alla TV proprio una puntata di Daitarn III o di Gundam e famosa è la scena del luna-park dove al banco di un tiro a segno, compaiono come bersagli le sagome di questi due robot.
Ma la più citata è probabilmente Lady Oscar, che compare in svariati cartoni tra cui Pokemon e Hamtaro. La citazione più celebre è nella puntata della seconda serie di Lupin III intitolata “Folle Amore a Versailles” nella quale Lupin conosce Oscar, subendone il fascino nonostante la creda un uomo. Questa la trama che, per mancanza di tempo, riprendo dal sito http://www.larosadiversailles.it/:
Lupin riceve una lettera da Oscar, che lo invita a rubare la corona di Maria Antonietta. I due s'incontrano davanti alla statua di un uomo pietrificato - secondo la leggenda - dalla stessa Maria Antonietta. Oscar accompagna Lupin a Versailles con la sua carrozza. Durante il tragitto il ladro appare visibilmente affascinato dal ragazzo. Giunti a destinazione, Oscar spiega a Lupin che dovrà riuscire a prelevare la corona nascosta dietro 1 degli 800 specchi dell'omonima sala con l'accortezza di non infrangerne più di due onde evitare l'autodistruzione dell'intero palazzo. Prontamente Lupin intuisce che la chiave del mistero è l'anello di rubini indossato dalla regina fino alla morte ed ora in suo possesso. Ma all'improvviso la luce si spegne e l'anello scivola dalle mani di Lupin. Ma sarà l'anello stesso a risolvere l'enigma: urtando il pavimento illuminerà con un fascio di luce il nascondiglio della corona. Oscar, in possesso del suo bottino, addormenta Lupin con uno spray soporifero e lo getta da una scogliera insieme alla carrozza. La corona, dotata di poteri magici, sembrerebbe l'unico mezzo per ricongiungerla al suo amore. Si appresta così a raggiungere la Normandia pilotando un piccolo aereoplano. Lupin salvato da Goemon e Jigen, intercetta il ragazzo (di cui ammette di essere innamorato) lo raggiunge ritrovandosi nel bel mezzo di un inseguimento aereo sulla città di Parigi con alle costole gli uomini del Giglio Nero (associazione per la rifondazione dell'aristocrazia). Saranno Lupin ed Oscar ad avere la meglio recandosi presso la sede del Giglio Nero ed uccidendo il capo. Giunti in Normandia Lupin sfida Oscar in un duello con la spada durante il quale il ladro strappa il vestito ad Oscar scoprendola una ragazza. Nel finale Oscar, priva di veli, si avvicina alla statua del suo Andrè e, bevuta la pozione magica custodita dalla corona rubata, si pietrifica coronando il suo sogno d'amore.
Una citazione simpatica di Lady Oscar la si trova anche in una puntata di Ranma: protagonista di tale puntata è un capricciosa pattinatrice, Azusa, con il vezzo di impossessarsi di tutto ciò che cattura la sua attenzione, che darà filo da torcere ad Akane perché vorrà a tutti i costi impossessarsi del maialino P-Chan (accudito da Akane) che ella insiste a chiamare Charlotte. Nel finale, la stravagante Azusa abbandonerà questo proposito perché riuscirà ad accaparrarsi il panda (nel quale si trasforma Genma, il padre di Ranma) e se ne sentirà appagata. Solo nell’ultima scena, con il panda vestito dell’uniforme di Lady Oscar, si comprende che la ragazza ama collezionare peluches e animali veri per agghindarli e ribattezzarli ispirandosi ai vari personaggi della storia, appunto, di Lady Oscar (nelle intenzioni della ragazza P-Chan avrebbe dovuto essere la contessina Charlotte, figlia della contessa di Polignac). In questi casi non è la storia di Lady Oscar a essere citata ma proprio il cartone: in Lupin, infatti, lady Oscar appare disegnata con le stesse fattezze dell’anime giapponese che la vede protagonista (anche se il tratto è più morbido, più rotondo) mentre l’uniforme indossata dal panda/Genma è proprio quella di Oscar al comando delle guardie reali. Qualcuno ricorderà che Mila, la protagonista di Mila e Shiro due cuori nella pallavolo in più di un’occasione dice di essere la cugina di Mimì di, appunto, Mimì e le ragazze della pallavolo. Un'altra citazione? Niente affatto, è una delle strabilianti quanto inutili e immotivate iniziative dei ri-doppiaggi made in Mediaset .
Le citazioni si sprecano quando i cartoni hanno la stessa paternità: è il caso per esempio dell’accoppiata Dragonball/Il dottor Slump e Arale o delle opere d’arte firmate Leiji Matsumoto: Galaxy Express 999, Capitan Harlock, Starblazers, Queen Esmeralda, La regina dei mille anni, si citano vicendevolmente. Ad esempio, al termine del viaggio di Galaxy Express si scoprirà che Maetel è la sorella delle regina Esmeralda e la ex-compagna di Harlock. In questo caso, però, forse è più lecito parlare, più che di citazioni, di storie parallele che si muovono nello stesso narrativo, incrociandosi di tanto in tanto.
(1) http://www.centraldocinema.it/recensioni/apr03/daltanious.htm
(2) http://www.encirobot.com
Altre citazioni e approfondimenti: http://www.encirobot.com/5info/cit-anime.asp
17 commenti:
...da quando avete aperto il vostro blog, mi è venuta nostalgia dei vecchi cartoni. Ho già trovato tutta la serie di Lupin (1^ e 2^ serie), Jegg (già rivisto), Capitan Harlock...
Adesso devo trovare tutta la serie di Goldrake!!!
Buon fine settimana ;-)
una parola soltanto: GRANDE!!
Si, i caroni di una volta, quelli che hanno riempito anche la mia infanzia non esistono più...oggi si fa un cartone per venderne il gadget in edicola o all'ipermercato...che nostalgia! e Conan è stato fra i miei preferiti...ciao
Complimentissimi per questo blog fatto davvero molto ma molto bene!
Ti invito a far visita al mio, l'argomento è lo stesso (più o meno) ma trattato in modo differente :-)
Ti aspetto!
Daniela
http://zuccherofilato.blog.tiscali.it/
davvero bello e originale questo post! ... gradevole da leggere e tematiche davvero inusuali... a volte sembrano così scontate certe scelte stilistiche ma se ci sofferma riflettere si apre davvero un fantastico modo!
... che dire poi... haran benjo è uno spaccone a tutto tondo, ma è davvero irresistibile!
... ho trovato molto carino invece l'approfondimento su daltanius, che se qualche sospetto me lo ha sempre dato, le informazioni che citi sono davvero delle piccole chicche! ;)
... meno male che su leiji matsumoto ti sei ripresa alla fine, ti stavo per dire che tutte le sue serie sono ambientate proprio nello stesso universo... ma solo in luoghi o addirittura in momenti storici lontani tra di loro!
ciao e grazie per la piccola perla che ci hai regalato!
salutoni,
M@;-)
Ciao, ho visto che parli molto bene dei meravigliosi anni 80... volevo invitarti a visitare il nostro http://ilfiltro.blogspot.com , nel nostro ultimo post parliamo di videosigle degli anni 80 , mentre solitamente parliamo di curiosità e notizie dall' Italia e non solo...
Saluti
Staff de " Il Filtro "
buona domenica,e buona festa della mamma;D
@pino amoruso
però non fare come me che ne colleziono e ne compro con una velocità maggiore di quella con la quale riesco a vederli:-P
@ daniela
volo a visitare il tuo blog!
@ m@rcello
pensavi che sarei cascata su leiji matsumoto?:-P
piuttosto, da esperto quale sei, mi aspettavo qualche bella rivelazione da parte tua, qualche citazione che non ho menzionato, per esempio.:-)
@ il filtro
vengo a vedere anche il vostro blog!:-)
@ mirtilla
buona domenica anche a te! cosa bolle in pentola oggi?:-)
ops, ho saltato una risposta.
@ l'uomo bendato in cerca della pietra (...DOKROSTON?);_P
Condivido in parte. Sono d'accordo sul tuo giudizio negativo sulle produzioni degli ultimi tempi, tutte uguali fra di loro a partire dal disegno ma anche prima la genesi dei cartoni era legata al merchandise e, in particolare, all'industria del giocattolo giapponese. non ci vedo nulla di male se, per fare un esempio, goldrake era stato creato su richiesta della bandai che voleva un robot che si reggesse meglio in piedi del grande mazinga.
Il problema è piuttosto che i cartoni di oggi non hanno un'anima, non hanno identità.
@ daniela BIS
Ho visitato il tuo blog e ho lasciato questo commento:
Ciao! hai fatto bene a segnalarmi questo blog che mi pare proprio adeguato per un gemellaggio:-)
Sicuramente io sono più prolissa (il che non è un vantaggio, soprattutto per me) ma credo che i nostri blog abbiano molto in comune, e non parlo solo dell'argomento.
Parlo proprio dello spirito: non si tratta di fornire semplicemente la trama dei vari cartoni (con o senza il supporto multimediale di videosigla ecc.) come può fare benissimo la wikipedia ma di giocarci un po' su mostrando analogie, citazioni (come ho fatto nel mio ultimo post) e soprattutto parlando delle emozioni che ci hanno suscitato, di quale peso hanno avuto nel nostro passato e, forse, anche sul nostro presente.
Sì, credo che siano molto simili i nostri blog: poi è chiaro che a differenziare c'è sempre lo stile dell'autore. Gli stessi post del mio blog sono differenti a seconda di chi li scrive (io o Glittervictim).
Io, essendo più vecchia, sono più pedante e enciclopedica con il classico approccio dello storico:-P
Beh, il minimo che possa fare è linkarti e sperare, compatibilmente con gli impegni di venirti a far visita spesso.
di tutto quanto sono rimasto colpito perché fra tutti i cartoni hai citato "la regina dei mille anni"!
Ormai credevo di essere l'unico a conoscere questo cartone animato!!
Un abbraccione!
E bravissimissimissima
Grazie AdB:-)
Io non ho ancora capito se He-Man è davvero nato da una costola di Conan il Barbaro.
@glittervictim
non so se ci sia una relazione con Conan il barbaro, a parte il fisico palestrato. Però ho notato che anche he-man porta la croce di Malta....ma è una moda?
Per me Daitarn è un mezzo mito. L'ho già scritto altre volte, ma mi piace indugiare sul tema, proprio come i bambini: siccome ami scherzare e, a volte, non prendermi sul serio, in Daitarn ritrovo quel tono scanzonato che spesso aiuta ad affrontare le cose.
Poi Banjo era strafigo! :)
Purtroppo non ho mai visto Daltanious e mi dispiace. Spero di poter rimediare in q ualche modo.
Comunque, bel post ricco d'informazioni!
Saluti :)
"amo scherzare", mi correggo.
@romina
quoto il tuo giudizio su daitarn, che per certi versi è anche una parodia degli altri cartoni animati, in particolare, le serie robotiche. mi ricordo ad esempio di una puntata in cui i meganoidi tendono una trappola ad haran benjo travestendone due da Beauty e Reika. Alla fine si scopre che Benjo aveva capito sin dall'inizio che era una trappola e, alla domanda su come avesse fatto a scoprirlo, risponde che quel giorno beauty e reika erano vestite diversamente. prende evidentemente in giro il fatto che negli anime i protagonisti non si cambino mai i vestiti...
una serie ancor più divertente e sarcastica è Trider G7 che, come Daitarn, è della casa di produzione Sunrise. Pensa che quando trider g7 combatte, qualcuno alla base è preoccupata per il costo di ogni arma che viene impiegata:-P
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