giovedì 24 luglio 2008

Addio a Guido Angeli, testimonial di Aiazzone

La pubblicità, o gli spot come si preferisce dire adesso, spesso è molesta, fastidiosa, e ci induce a un zapping continuo tra una stazione e l'altra, sia che vediamo la TV sia che sentiamo la radio. Ma capita anche che uno spot diventi un cult da rivedere sempre con piacere, capita che il jingle che l'accompagna diventi un tormentone e che un motto, uno slogan rientri persino nel nostro modo di parlare. E' il caso di quel motivetto che faceva "Vieni in bici o in barella, ma vieni a Biella, vieni a Biella..." ed è il caso di quello slogan che ci rassicurava "Provare per credere", ormai entrato a pieno titolo nel nostro dizionario quotidiano. Slogan che è diventato anche il titolo di un film. Capita pure che un testimonial diventi un personaggio tale da meritare una parodia su trasmissioni dall'eccellente share. E' il caso di Guido Angeli, tele-imbonitore e volto di Aiazzone, e la trasmissione che, con la satira, lo ha consacrato a personaggio è niente-poco-di-meno-che la gloriosa Drive-In. Erano gli esagerati anni '80. E' di oggi la notizia della sua scomparsa, a 77 anni. Non moltissimi, oggi che la vita si è allungata, ma troppi per la mia memoria rimasta ferma alla folta chioma scura e quel pollice alzato, neanche fosse Fonzie, a volerci dire "Ehi, è tutto ok! Sono qui a pubblicizzare un prodotto e a metterci la mia faccia! Potete fidarvi!". E così vogliamo ricordarlo, solo ricordarlo. La sua storia dettagliata la trovate qui.


lunedì 21 luglio 2008

Aggiornamento palinsesto.

Il palinsesto estivo di Italia 1 ci regala una new-entry d'eccellenza: Pollon, per una prima colazione in perfetto stile 80's l'appuntamento è tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle ore 8.50. Fate attenzione, potreste trovarvi nel caffè un cucchiaino di sembra-talco-ma-non-è al posto dello zucchero.

Dal 4 agosto tutti i lunedì, mercoledì, venerdì e domenica alle ore 23.05 sarà la dolce Pollyanna a darci la buona notte direttamente da Boing, mentre Braccio di ferro (adoro!) sarà su Rai Gulp tutti i giorni alle 15.45 e di nuovo alle 19.45 per farci fare quattro belle e sane risate. A quasi trent'anni ridere di gusto quando in TV appare Pisellino è una cosa preoccupante?

martedì 15 luglio 2008

Un gelato al gusto d'infanzia

Con la cappa di afa che opprime all'incirca tutto lo Stivale, questa volta, qui a La fortezza delle scienze vogliamo offrirvi un gelato, un gelato al gusto di infanzia, la nostra, che si colloca grosso modo negli esagerati, paninari e madonnari anni '80.

Ricordo come fosse ieri che il carretto passava e quell'uomo gridava: - Gelati! (come, del resto, anche che al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti...). Nel mio paese lo chiamavano Li-duù, il venditore di granite della controra con il carrettino ornato di invitanti limoni rigorosamente verniciati a mano ma - ne son convinta- in ogni paese ce n'era uno. Magari si chiamava sor ciccio, mastro gesualdo, o er limonaro ma in sostanza era sempre un Gratta-mariano. Allo stesso modo ricordo l'assortimento di gelati illustrato sui manifesti di latta affissi nei pressi dei chioschetti. Sormontati da marchi ormai quasi introvabili se non proprio scomparsi: Eldorado, Alemagna, Gis Gelati, Alaska, Sanson, Royal, tanto per citarne alcuni.

Basta ricordare le immagini per evocare il sapore alla fragola del mitico piedone, la croccantezza del cono-palla (zaccaria), il multigusto del ghiacciolo arcobaleno, la dolcezza del camillino, il cuore cremoso dei ghiaccioli gelosuccosi (il loro testimonial d'eccezione era Cocco Bill), la frizzantezza del Calippo al gusto di cola, del Calippo-Fizz, del twister e dello spinn. Tutti gelati firmati Eldorado, mito cementificato anche dagli spot su Topolino e divisione dell'Algida dedicata alla clientela più giovane. Oggi brand scomparso dal mercato: alcuni dei suoi gelati, come il Cucciolone, il Calippo, il lemonissimo e il fior di fragola (che facevano parte del gruppo dei gelosuccosi insieme al dalek e al magic cola e costavano solo 150 lire!) continuano ad esser commercializzati ma sotto il vessillo unificato del cuore di panna.
Alcuni di essi ebbero un tale successo da vantare delle imitazioni.
Ricordo ancora il gelato della pantera rosa e il bananao a forma e gusto di banana con quella copertura al cioccolato bianco che difficilmente trovavo integra.
C'era anche la Sanson con il golosissimo Sansonella, le coppette della Royal, il break e il maxicono della Motta, i gelati, ancora Eldorado, di Pippo e Topolino e, a proposito di Pippo, la coppa Sport Goofy.

Trovandoci in quella che è stata la base del Mazinga Z prima e de Il Grande Mazinga poi, non possiamo certamente omettere la citazione del favoloso gelato di Mazinga "fuori imbiscottato, dentro è fantastico gelato!".




E restando in tema di cartoni che hanno ispirato gli industriali gelatai di - già - 20 anni fa, dopo il gelato al gusto puffo, ricordiamo il gelato a forma di puffo, firmati sammontana.


Con l'augurio che questo excursus gelo-gastronomico vi abbia portato un po' di - almeno immaginario - refrigerio:-)


LinKS: Pulsar Blog, nijirain.com

martedì 8 luglio 2008

Pampulu pimpulu parimpampum!

Fu Sally la maga “Maho-tsukai” alla fine degli anni ’60 a sdoganare la bacchetta magica, un enorme successo in patria che portò gli ideatori del progetto ad ampliare il filone della magia, tanto da renderlo popolare non solo in Giappone (con il nome di Majocco) ma anche in tutti i paesi in cui “il prodotto” riuscì ad essere esportato, Italia compresa. E fu così che sui nostri teleschermi arrivarono dal Sol Levante prima a Chappi e Jinny e poi Lily, Cybernella, Bia e Lulù, Lalabel, Creamy, Evelyn, Emie, Sandy dai mille colori e altre ancora. Quello delle maghette è un successo senza precedenti che tutt’oggi prosegue nonostante la qualità non sia più quella di una volta e io sia fermamente convinta che l’ultima vera magia sia stata quella di Sailor Moon.

1966 - Sally la maga.
Sally è una ragazzina che proviene dal “regno della magia”, è di passaggio sulla Terra per capire il comportamento degli umani e come si vive in una società.
1968 - Lo Specchio magico .
La protagonista è Stilly una bambina umana, un giorno lo specchio che il fratello le aveva regalato cade e si rompe. Dai cocci nasce un folletto che dona a Stilly uno specchietto da cipria magico: pronunciando la formula ci si può trasformare in qualsiasi cosa o persona si desideri.
1969 - Una Sirenetta tra noi.
Liberamente ispirato alla celebre favola di Andersen. Jinny è una principessa sirena che vuole vivere come un essere umano per ritrovare un giovane marinaio che ha salvato da una bufera, del quale si è perdutamente innamorata. Il padre seppur a malincuore l’accontenta trasformandola in terrestre però le dona una collana dai poteri magici.

IL MANIFESTO
1. Ogni maghetta deve essere accompagnata da una mascotte, nella fattispecie un cane, un gatto, un orsetto o un animaletto fantasia;
2. L’età della maghetta non dev’essere superiore ai 15 anni;
3. Si può essere maghetta solo per diritto di nascita o per investitura da parte di un folletto o di chi ne fa le veci;
4. La fonte dei poteri magici di una streghetta deve
necessariamente essere uno strumento, possibilmente di marketing vendibile nei negozi di giocattoli;
5. I poteri magici devono essere utilizzati per nobili scopi e non per tornaconto personale.
1971 - I Bonbon magici di Lilly.
Lilly è una bambina di 10 anni che resta orfana, la madre dal paradiso le fa avere delle caramelle magiche, che hanno la capacità di crescere a volontà o regredire fino a diventare un embrione per poi rinascere in qualsiasi altra forma vivente.
1972 – Chappy.
L’intera famiglia di Chappy stanca di vivere nel loro mondo decide di trasferirsi sulla Terra, Chappy però resta in possesso della sua magia che utilizzerà solo nei momenti di estrema necessità. Nel mondo delle maghette fa il suo ingresso il primo assistente: un panda.
1973 – Cybernella.
Durante un incidente aereo Cybernella, figlia di un noto scienziato rimane ferita. L'uomo in preda alla disperazione decide di trasformare la ragazza in un Cyborg come Super-Vicky.
1974 - Bia - la sfida della Magia.
Noa e Bia sono due streghette che abitano nel Regno della Magia delle quali sono candidate al trono, ma solo una di loro potrà diventare regina. La sfida si svolge sulla Terra dove entrambe le ragazze vivono con le rispettive famiglie, a fare da giudice sarà un mago-investigatore-guardone che le osserva in segreto.
1979 - Lulù - l'angelo dei Fiori.
Lulù è l’ultima discendente del popolo dei fiori, è sulla Terra è alla ricerca del “fiore dai sette colori”. Una storia classica con tanto di amici animali (un cane e un gatto che l’accompagnano nel viaggio), il principe azzurro, la strega bella e cattiva che si oppone, varie peripezie e dovereso happy end. La magia di Lulù è racchiusa in una spilla speciale che la ragazza indossa sempre e che le dà essenzialmente il potere di cambiarsi d’abito.

Qualcosa nel mondo delle maghette nei gloriosi anni Ottanta cambia: ai tre temi fondamentali che caratterizzano gli anime majocco ossia fiaba, desiderio delle ragazzine di crescere e vita di tutti i giorni, viene associato il nuovo fenomeno di costume delle idol (ragazze giovanissime che ballano, cantano, recitano e diventano famosissime per pochi mesi). Non c’è giapponese adolescente in quel periodo che non abbia desiderato almeno una volta essere una idol e così il mondo delle maghette si adegua.

1980 – Lalabel.
Lalabel vive nel regno della magia – non sarà un po’ troppo affollato questo regno? - un giorno ruba una valigetta magica al mago Biscus, che infuriato inizia ad inseguirla. Lalabel decide così di rifugiarsi con la sua inseparabile gattina sulla Terra, dove viene “adottata” da un’anziana coppia di coniugi che le fanno da nonni.
1983 - Il magico mondo di Gigì.
Gigì è la principessa del regno di Fenarinasa, viene inviata sulla Terra dai genitori per far tornare a sognare gli esseri umani per salvare il regno della fantasia che altrimenti scomparirà, ogni sogno che lei riesce a far fare ad un uomo viene raccolto e mandato nel regno della fantasia. Grazie alla sua bacchetta magica Gigì può trasformarsi facilmente in una diciottenne esperta in qualsiasi materia. Sulla Terra è accompagnata da un cane, un uccellino e una scimmietta che l’aiuteranno nella sua missione.
1983/84 - L'Incantevole Creamy.
Non ha bisogno di presentazioni la piccola Yu che con la sua bacchetta magica si trasforma nella meravigliosa Creamy, cantante talentosa che farà perdere la testa al bel Toshio e non solo. Creamy/Yu è accompagnata nelle sue vicende da due folletti Posi e Nega, custodi del segreto della bambina: un incantesimo a scadenza. I poteri di Yu dureranno solo un anno e poi Creamy forse svanirà.
1984 - Evelyn e la magia di un sogno d'amore.
Evelyn è una bambina con i capelli blu (dovremmo aprire un capitolo sulle tinture giapponesi) vissuta fino all’età di dieci/undici anni in Africa. Durante il viaggio che la ricondurrà in Giappone, suo paese Natale, l’aereo di Evelyn viene risucchiato in un’altra dimensione. La bambina si ritrova in un pianeta di desolazione, una fata si prende la briga di spiegare ad Evelyn che solo la luce dell’amore potrà far risplendere nuovamente quel mondo. La fata chiede aiuto alla bambina facendole dono di un cerchietto magico che nasconde una bacchetta magica, con la quale Evelyn si trasforma in donna adulta. Naturalmente non mancano folletti e animaletti strani, Evelyn ha tutti i requisiti della maghetta perfetta.
1985 – Magica magica Emi
Lo strano braccialetto che indossa sempre Mai, è il dono di un folletto (Moko) che è sempre accanto a lei, c’è un cuore sul bracciale è magico perché può sempre trasformare Mai in Emi, Emi in Mai. Questa me la ricordo bene, lo ammetto Emi è sempre stata la mia preferita merito delle magie, del cilindro dal quale estraeva qualsiasi cosa, i colori, la sigla bellissima, la trasformazione con le bolle e grande merito anche a Moko perché mi faceva troppo ridere. Ad onor di cronaca io il bracciale con il cuore ce l’avevo.
1986 – Sandy dai mille colori.
Sandy è una brava bambina che ama la natura e il disegno. Avvistata da due folletti (Pico e Paco) mentre salva un fiore da una drammatica recisione, Sandy viene premiata con il dono di una bacchetta magica che ha il potere di trasformare in realtà tutto ciò che lei disegna. Naturalmente la magia non è infinita e quando sta per svanire Sandy viene avvisata dal ciondolo che porta sempre al collo.

Con Sandy termina la lunga carrellata nel mondo delle anime magiche che va’ dagli anni ‘60 alla fine degli anni ’80. Ho volutamente omesso dalla cronologia CUTIE HONEY, CHIKKLE e HELA SUPERGIRL perché poco famose in Italia o addirittura mai trasmesse. Altre maghette le avrò sicuramente perse per strada ma sono sicura che tra di voi ci sarà qualcuno che me le ricorderà.

mercoledì 2 luglio 2008

Una toeletta dal gusto retrò

Se per Proust bastava una madeleine intinta nel té per rievocare ricordi di un tempo, colorati di sapori e odori, a me è bastato il bagnetto della nipotina (che oggi compie un anno!!) per rivivere le fragranze del momento della toiletta, come mia madre me la faceva fare da bambina, nei primissimi anni '80. Con il bagnoschiuma nella confezione paperella galleggiante e con il rito dell'acqua di colonia alla mimosa alla fine delle operazioni. Un tripudio di profumi che mi sono rimasti indelebilmente impressi, l'aroma di antichità che oggi in parte ritrovo nel mio dolcissimo olio lavante all'inebriante profumo di assenzio. Il bagnetto caldo fatto prima di andare a letto dove ci immergevamo in un altro oceano di odori, quello delle lenzuola fresche di bucato, lasciate a riposare nei cassetti con le saponette al mughetto o alla magnolia. Fra tutti i prodotti per la toeletteria che ricordo, tra balsami al cocco e saponette "con un pizzico di fascino in più", tra il dentifricio paperino's alla banana o alla fragola e l'alifresh alla menta fiorita o menta-arancio, un posto speciale lo occupa l'ormai storico Shampoo Campus alla Mela Verde. Il suo profumo persistente di mele acerbe lo ricordo come se lo avessi sotto il naso, meglio anche di Baruffa che, eppure, "era sempre nell'aria". Un'intensità che non ho più ritrovato in nessuno shampoo, neanche in quelli comprati in erboristeria e una consistenza cremosa, quasi fosse vera polpa di frutta frullata. Semplice e accattivante quella confezione di plastica verde, una tonalità sgargiante a metà tra il verde pisello e il verde marcio, con il tappo semisferico e quell'etichetta che catturava continuamente lo sguardo per la sua essenzialità. E la trovata, nelle inserzioni pubblicitarie, della signora con in testa un paio di dozzine di mele verdi sistemate come grossi bigodini.
La mia storia con lo shampoo campus fu piuttosto lunga, nonostante non fosse uno di quei prodotti che promettevano "non più lacrime agli occhi". Era una bella sensazione, sentirmi ancora, a distanza di qualche giorno dal lavaggio, quel profumo fruttato sui capelli. Oggi non è più in commercio. Gli fui fedele durante tutto il nostro rapporto. Non volevo saperne di uno shampoo Palmolive-per-tutta-la-famiglia qualsiasi né di Erbaviva, lo shampoo più usato dai tossici (perdonatemi la vecchia battuttaccia). Resistevo persino alla tentazione delle formule a base di camomilla per esaltare i miei naturali riflessi biondi. Pensavo, infatti, che per schiarire potevo sempre ricorrere all'acqua ossigenata come, in molti, per la verità facevano a quei tempi, ritrovandosi - poi me ne sono resa conto - una chioma arancio-rame.
Le mie certezze non crollarono neppure quando la concorrenza si fece più agguerita con gli spot pubblicitari da favola messi in campo da Johnson & Johnson per il Johnson's Baby. Avrei voluto proporre il favoloso spot del 1992 accompagnato dalle tenerissime note di "Be my Baby" delle Ronettes ma non sono riuscita a trovarlo in rete.