domenica 30 agosto 2009

La vendetta è un piatto che va servito... dal Giappone.

Un fenomeno pop decisamente più recente rispetto alla media dei cult ricordati qui nella Fortezza è di sicuro il tarantiniano KILL BILL. Il suo immaginario non si può retrocedere nemmeno ai già tardivi anni 90, dato che il Volume I è solo del 2003. Ma c'è un filo conduttore che in realtà ne spalma il mito per il periodo che ci interessa. E ora spiego perchè.
Qui in Spagna - dove mi trovo per un progetto Leonardo -, fra le varie chicche a fumetti (e non) da noi ancora inedite, la mia attenzione è stata letteralmente risucchiata dalla copertina in foto. Il manga in questione porta l'attraente titolo di Lady Snowblood, e il suo tratto classico mi ha subito fatto pensare che fosse una chicca d'altri tempi. E non mi sbagliavo.
Si tratta di un'opera non molto lunga del 1973, scritta da Kazuo Koike e illustrato da Kazuo Kamimura, dai toni maturi e con molte sequenze mute. Per ora l'ho solo sfogliato un paio di volte, ma posso dire che mi ha fatto un'ottima impressione.
La poetica del movimento e dell'estetica corporea mi ha ricordato molto i lavori - in realtà parecchio successivi - del buon Ryoichi Ikegami (in particolare del suo Crying Freeman), nonchè del piú coevo Lone Wolf and Cub.
Ma l'elemento piú suggestivo è stata la scoperta - e qui saró arrivato probabilmente molto piú tardi degli aficionados - che il manga in questione ha ispirato Tarantino per la stesura della sua sanguinolenta saga vedovile.
La trama di Lady Snowblood infatti é incentrata su Oyuki, un'avvenente e raffinata assassina che cerca vendetta contro i banditi che le hanno ucciso il padre e violentato la madre, e che usa le sue armi seduttive per portare a compimento il suo piano.

Considerando che la vendetta è un piatto che va servito freddo (proverbio che fa da slogan anche alla saga tarantiniana), credo che il filo in rosso che va da Oyuki a Beatrix Kiddo sia il compimento per eccellenza cui faccio riferimento nel titolo del post.

Di Lady Snowblood esistono anche due trasposizioni filmiche del '73 e del '74, che credo siano già un cult per gli estimatori del cinema orientale di quegli anni.

In attesa che la Planeta De Agostini - ormai attivissima ed ipercapillare anche in Italia - si decida a pubblicare questo gioiellino nello Stivale (magari limando un pó da noi il prezzo di 19 euro stabilito qui in Spagna), segnalo un sito dove è possibile leggere i primi capitoli del manga in lingua inglese:
http://manga.animea.net/lady-snowblood.html

A me hanno fatto un'ottima impressione.
E per quanto anacronistica e monocromatica, io una tuta gialla con le bande nere laterali ce l'avrei vista bene anche qui...



PS: Post originariamente pubblicato sul mio blog personale e adattato per la Fortezza.

3 commenti:

ArabaFenice ha detto...

Ciao Giangidoe,
sarò una delle poche persone al mondo a non aver guardato Kill Bill nonostante le recensioni positive. E che la vista del sangue, soprattutto a fini quasi comici, mi da fastidio.
Credo comunque che chi ha amato Kill Bill (e sono tanti) troveranno questa notizia molto curiosa!:-)

Giangidoe ha detto...

No, Kill Bill è davvero un gioiello. E a mio parere, il Volume 2 (quello forse meno cruento) è anche più bello.
Dagli una possibilità, dai...
;)

federico penza ha detto...

Salve ragazzi, volevo chiedervi se volevate collaborare al Bollettino dei moai, trovate le info sul sito www.ilrifugiodeimoai.it, saluti e bel lavoro!