Non cambia di molto il palinsesto TV per i nostri eroi targati 80's e dintorni: è in arrivo su Italia 1 ad orario proibitivo David Gnomo amico mio (da lunedì 8 settembre - lun/ven 6.30), non va certo meglio ai fans di Teodoro e l'invenzione che non va in onda dal 13 settembre tutti i sabati, sempre su italia 1, alle ore 6.55.
Più fortunati gli appassionati Occhi di gatto che da domani andrà in onda su Boing alle 18.40 (lun/ven).
Per il momento restano invariati gli appuntamenti di italia 1 con Pollon (lun/ven 8.50), Doraemon (lun/ven 9.15) e I Cavalieri dello Zodiaco (domenica 10.25).
Le programmazioni sono a discrezione delle emittenti, eventuali cambiamenti aggiornati in tempo reale li potete trovare qui.
Dopo una nuova full immersion nel mondo dell'anime, voglio riportarvi nel mondo reale ma sempre collocato negli esagerati anni della nostra fanciullezza, ricordandovi una vera e propria '80eria (ottanteria), ripensando alla quale mi è frullata in mente una domanda: "è per questo che è nato il modo di dire cantare come un cane o essere un cane di cantante?". Domanda che ne ha rimpiazzato una analoga sorta dopo la visione di Satiricosissimo, film del 1970 con Franco e Ciccio, nel quale uno stonatissimo Nerone si esibiva alla presenza di un pubblico che gli urlava "Cane Nero! Cane Nero! Cane Nero!". [beh, se non sorridete non è per la qualità delle mie battute riciclate ma perché non conoscete il latino!]. La '80eria in questione era il vezzo di lanciare sul mercato discografico dei veri e propri cani e, con questo, non mi riferisco a Alberto Camerini o a Cristiano Malgioglio che avrebbe fatto bene a rimanere solo un eccellente autore di testi, ma a dei cani con quattro zampe ed una coda. Quanti di voi ricordano il Ruff Mix di Wonderdog? Pochi, pochissimi, probabilmente anche con l'aiutino: era la sigla di Colosseum, una trasmissione targata Rai. Ma ascoltandola sono certa che molti di voi se la ricorderanno. All'epoca si infilava nelle sinapsi.
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Un esempio di successo per quella che divenne una vera e propria tendenza anche se, naturalmente, non tutto ciò che fu prodotto conobbe la notorietà. Un caso emblematico fu quello dei The Beatle Bakers che hanno re-interpretato, o meglio, re-latrato parte del repertorio dei mitici Beatles (spero che Margy sia sveglia altrimenti si rivolterebbe nel letto), con canzoni come Ob-la-dì ob-la-dà, Love me do, She loves you. Alcune di esse contano anche la partecipazione straordinaria di guest star come galline, gatti, pecore. Se questo trashume vi ha incuriosito visitate il sito Orrore a 33 giri e per ascoltarle cliccate qui.
Trascinata dallo spirito olimpico che ancora mi pervade nonostante Beijing 2008 abbia definitivamente chiuso i battenti, mi sono messa a pensare ai cartoni animati che hanno appunto lo sport come filo conduttore della storia. Va da se che per una certa personale passione Mimì e la nazionale di pallavolo e Mila & Shiro siano i primi due cartoni che mi sono venuti in mente, dopodichè ci sono Holly e Benjy, Lotti, Hillary e Gigi la Trottola. A mano a mano che scrivo i loro nomi, le vecchie glorie dello sport di quei bei tempi si materializzano davanti agli occhi e mi fanno sorridere, mi piacevano tanto. Chissà come saranno diventate da grandi Mila e Mimì, avranno avuto figli degni di portare i colori della loro nazionale alle olimpiadi? Poi magari chissà, un giorno, potremmo leggere un manga che racconta le gesta eroiche dei pargoli delle nostre paladine. Ma vediamo di fare un po' di chiarezza e riepilogare quali sono gli sport olimpici e non che negli anni '80 hanno riempito i pomeriggi invernali davanti alla TV.
Ad occhio e croce i "cartoni sportivi" dovrebbero esserci tutti, almeno quelli più popolari dovrei averli elencati. Uno sport che manca e potrebbe dare adito ad una storia nuova è il beach volley, negli anni '80 non era una disciplina olimpica ma oggi avrebbe certamente un fascino tutto suo, così come potrebbero averlo anche storie di nuoto, vela o scherma. A proposito di scherma, le armi bianche nei cartoni dell'epoca si vedono spesso (Lady Oscar, Il Tulipano Nero, D'artagnan e i moschettieri del re) mai però a scopo sportivo e secondo me è un peccato, sai quante Valentina Vezzali in più ci sarebbero oggi nel nostro paese? Per quanto riguarda gli sport sia di squadra che individuali l'elemento palla è fondamentale, che essa sia da golf, da volley o da tennis, la palla è regina, la ritroviamo spesso protagonista. Essa infatti è il fulcro dello spirito sportivo ed i nostri ideatori giapponesi lo sanno bene infatti ce l'hanno propinata in tutte le salse ed in alcuni casi con ottimi risultati. In attesa di rivedere i nostri eroi sul campo e per rinfrescarvi la memoria vi lascio con un piccolo cadeau!
Lupin, il ladro gentiluomo, nato dalla fantasia di Monkey Punch, non ha bisogno di presentazioni essendo uno degli anime da sempre più seguito, anche dai grandi, anche da quelli non proprio appassionati di cartoni animati. Un grandissimo successo planetario probabilmente inaspettato dato che in Giappone questo anime, alla sua uscita, stentava a decollare, anzi, si potrebbe dire che fu un vero e proprio flop. Quali gli ingredienti di tanta popolarità? La simpatia e la furbizia di Lupin, la malizia di Fujiko, i rocamboleschi inseguimenti di Zenigada, la tradizione giapponese che rivive in Goemon ma sopratutto avventure sempre nuove: ogni puntata è diversa con nuove sfide, nuove idee, nuovi ben congeniati piani e il finale non è sempre scontato, come nella maggiorparte delle produzioni. Questo è particolarmente vero per la prima serie quella di Lupin in giacca verde, perché la "giacca" è stata universalmente presa ad indicatore della progressione della serie: verde per la prima, rossa per la seconda, rosa per la terza, per ritornare a esser verde in alcuni più recenti lungometraggi.
La prima serie è, infatti, la mia preferita perché meno edulcorata rispetto alle successivo: i personaggi sono più veri, Lupin è meno leggero, Fujiko è più cattiva, seducente e passionale, le sparatorie sono più reali tanto da necessitare la mano impietosa della censura, i nemici sono più credibili e si respirano le atmosfere psichedeliche degli anni '70. Questo almeno nei primi episodi perché poi la stessa prima serie va via via ammorbidendosi di pari passo alla figura di Fujiko che diventa meno prorompente (le accorcianoo anche i meravigliosi capelli!).
Ma quello su cui questa volta vorrei porre l'accento è un'altra dimensione del cartone animato che tutti, più o meno consapevolmente, apprezziamo: la dimensione uditiva. Esaltata da un doppiaggio eccezionale e inebriata da colonne sonore fantastiche.
Il doppiaggio storico ha due colonne portanti: una è la voce di Lupin del compianto Roberto Del giudice (VIDEO), l'altra è la voce di Zenigada dell'altrettanto compianto Enzo Consoli (VIDEO). Entrambi scomparsi nel 2007.
Le colonne sonore comprendono sigle indementicabili ma anche tanti brani che si ascoltavano durante il cartone forse meno noti ma non di minore fattura. Mi riferisco in particolare a quelle della prima e seconda serie, davvero ricchissime, con un sottofondo musicale per ogni situazione. Riporto solo i più significativi: riportarli tutti (sono circa 300!!) sarebbe una bella impresa, senza contare che alcuni brani sono stati oggetto di diversi arrangiamenti, fino a diventare brani jazz o addirittura metal!